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EL PROFESSOR

Sono la mente lucida, attenta, cinica che dirige il colpo del secolo.Tutto è racchiuso nella mia figura di uomo dall’aria timida, riservata, impenetrabile, dal look scomposto da intellettuale di sinistra, che intriga e ossessiona per il classico potere di seduzione da sempre è associato all’uomo colto, al «Prof», colui che sa e che insegna.

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''Il professore: nessun precedente, nessun documento, ultimo rinnovo della carta di identità a 19 anni. A tutti gli effetti un fantasma, però un fantasma molto intelligente'' – Tokyo
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''Sento che sto tradendo la banda, che sto mancando di rispetto alla rapina. Io sono un giocatore di scacchi, e Fisher non avrebbe mai affrontato Spassky con la sua ragazza affianco ''– Sergio Marquina
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Gli origami: incarnano uno dei concetti più amati della filosofia orientale:

nulla è fisso, tutto si trasforma.

DIAMO UNO SGUARDO AL PASSATO

Lo potete chiamare Salvador Martin o Sergio Marquina, poco importa. Ciò che è fondamentale è che sappiate le ragioni che l’hanno spinto a orchestrare il piano per la rapina più grande della storia. Parlando con Nairobi, (La Casa de Papel 1×12) il Professore racconta cosa lo ha spinto a realizzare una rapina così ben pensata. Il tutto è partito da suo padre, una figura molto importante per lui. Così importante che, come vedremo in seguito, è diventata fondamentale anche per la relazione che Sergio ha con uno dei membri del gruppo.

La malattia che lo aveva costretto in ospedale per la maggior parte della sua infanzia e adolescenza gli aveva permesso di passare molto tempo ad ascoltare le storie che gli raccontava suo padre. Sebbene all’inizio gli sembrassero inventate, ben presto si è reso conto di quanto fossero vere. Storie di rapine eseguite proprio dall’uomo che chiamava papà. La più strabiliante che gli rimase in mente fu proprio l’ultima, una rapina che sarebbe stata effettuata senza rubare soldi a nessuno.

 

Entrare nella “Fabbrica dei soldi”, come la chiamava lui, e stampare tutto il denaro di cui avevano bisogno era una prospettiva che fin da subito aveva attirato l’interesse del Professore.

Così l’idea è nata, il piano è stato sviluppato nei minimi dettagli. E forse sono stati proprio questi piccoli dettagli a rendere il Professore il Mastermind dietro all’attacco, colui che è rispettato da tutti noi, e temuto particolarmente dalla polizia. L’anonimato garantito dai mancati rinnovi della carta d’identità a partire dai 19 anni ha sicuramente contribuito affinché ciò si verificasse.

Un altro elemento molto importante del suo passato è il rapporto con Berlino, (personaggio che ha avuto un destino decisamente sbagliato) Andrès de Fonollosa. Quello che sappiamo è tutto racchiuso negli episodi della prima e della seconda parte. Certo, a riguardarli ora presteremmo molta più attenzione ai dialoghi tra i due. La sintonia che c’è tra loro è percepibile e solo alla fine siamo riusciti a comprenderla per davvero.

Berlino e il professore sono fratellastri, o almeno lo erano. Ancora non abbiamo ben capito se Andrès sia morto per davvero o no. Quello che sappiamo è che volevano prendersi cura l’uno dell’altro fino alla fine. Per questo, La Casa de Papel, in una delle sue scene più iconiche, ci mostra sulle note di Bella Ciao Berlino ordinare al professore di scappare nel caso in cui le cose si fossero messe male. L’importante era che lui si mettesse in salvo, a prescindere da quello che sarebbe potuto succedere ad Andrès.

Stabilire che questo sia tutto ciò che bisogna sapere sul passato del professore sarebbe da arroganti. I migliori personaggi sono sempre quelli che lasciano qualcosa all’immaginazione e se La Casa de Papel confermerà le attese con le nuove puntate, ci svelerà altri segreti sul passato di Sergio Marquina.

Da un materiale così fragile come la carta è possibile dar vita a qualcosa di estremamente complesso, mantenendo inalterata la sua anima. Il Professore è come un bambino, immagina la rapina perfetta e riesce a concretizzarla in un gioco. Per lui il denaro non è altro che un semplice pezzo di carta, ciò che gli da valore è quello in cui ci hanno insegnato a credere. Il vero nemico da battere è il “sistema”, e come in una partita a “guardie e ladri” è fondamentale conoscere il proprio rivale.

#lanostracasadicarta

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